Concorso letterario 2021
La Biblioteca di Ateneo nel 2021, in collaborazione con il Festival GenerAzioni. Educazione, Sostenibilità, Giustizia Sociale ha organizzato la quarta edizione del concorso letterario rivolto a tutta la comunità accademica, agli Alumni e a persone esterne all’Ateneo iscritte alla biblioteca, dal titolo “1 ottobre 2031: un giorno in Bicocca”.
La finestra temporale per iscriversi al concorso è stata aperta dal 3 maggio 2021 al 23 agosto 2021.
Il concorso è stato articolato in due categorie:
- junior (under 25);
- senior (over 25).
La quarta edizione ha visto la partecipazione di 69 persone, di cui 39 Junior e 30 Senior. Tra i partecipanti ci sono stati 64 studenti, 2 componenti del personale tecnico amministrativo, 2 borsisti e collaboratori e un esterno.
Venerdì 8 ottobre 2021 sono stati premiati i vincitori alla presenza del Prorettore Giampaolo Nuvolati, del Prof. Raffaele Mantegazza e degli altri componenti della Commissione valutatrice del concorso. Ospiti speciali: lo scrittore Fabio Deotto e l’artista Jean Blanchaert.
I vincitori della categoria Junior:
- 1° Classificato: Maria Galbusera, “A me il caffè non piace”
- 2° Classificato ex aequo: Virginia Ferruccio, “Ri-tornare”
- 2° Classificato ex aequo: Anna Nava, “Prospettive”
- 3° Classificato ex aequo: Riccardo Giordana Pozzi, “Umorismo 2.0.31”
- 3° Classificato ex aequo: Anna Scateni, “La Bicocca è di tutti”
I vincitori della categoria Senior:
- 1° Classificato: Giancarlo Rizzo, “I nove nuclei”
- 2° Classificato: Giulia De Gaetano, “La Comunità del futuro”
- 3° Classificato: Gianbattista Selva, “Bicocca anno XI dC”
Premio speciale del Festival GenerAzioni:
- Elisabetta Lazzarotto, “Green Speranza”
Su YouTube il video della premiazione dei vincitori dell’edizione 2021.
Contatti: concorsoletterario@unimib.it
I vincitori della categoria Junior
1° Classificato: Maria Galbusera, “A me il caffè non piace”
Il racconto, condotto con uno stile limpido e incisivo, costruito su efficaci giochi di ripetizione e su una struttura circolare, mette in scena un io narrante trentenne, “preciso” (ma “la precisione non fa il cambiamento”, glossa amaramente), che “ai gesti non accompagna i fatti”, incapace di realizzare ciò che ha immaginato perché privo di “impegno e fantasia”.
Un originale protagonista sottotono, quasi disforico, che il suo primo giorno di lavoro in una banca nelle vicinanze della Bicocca - l’università dove ha studiato - osserva e ascolta, rispecchiandovisi con invidia, uno studente al suo primo giorno di lezione, che, entusiasta e sicuro di sé, intrattiene un compagno sui suoi propositi di intervento attivo per modificare la realtà. Un racconto che ci parla di quanto dia senso e slancio alla vita la volontà di “cambiare il mondo”, ma attraverso gli occhi disincantati di chi sembra avervi rinunciato.
2° Classificato ex aequo: Virginia Ferruccio, “Ri-tornare”
Caleidoscopico, musicale, mai scontato. Ri-tornare è un testo che non lascia scampo al suo lettore, bensì travolge, risucchia, attraversa. La voce principale, quella di Carlo – incapace di restare, vittima consenziente di un incessante anelito al viaggio, artefice, alfine, di un ritorno che è quasi una rinascita – si mescola a quelle di familiari apprensivi, vecchie conoscenze e accenti stranieri all’interno di un flusso narrativo ininterrotto, che mai si incaglia lungo le sponde di una sola immagine.
A livello stilistico, le frequenti incursioni nel colloquiale e la schiettezza contenutistica rendono il racconto vivo e intenso nelle sue tinte; la scelta di evadere alcune convenzioni formali conferisce sorprendente dinamismo all’insieme, complice il desiderio di appropriarsi dei connotati tipici della poesia.
Ri-tornare è la storia, spietatamente realistica, di un ragazzo partito per perdere se stesso e ritrovarsi “nel calore di un quartiere”, quello della Bicocca, che sa farsi, anche a distanza di anni, patria e approdo, al di là delle contraddizioni che assediano la ricerca identitaria di ciascuno.
2° Classificato ex aequo: Anna Nava, “Prospettive”
Il racconto gioca sullo scambio di ruoli e sul ribaltamento della visione del mondo e lo fa a partire da una nascita, da un bambino che vede il mondo per la prima volta e aiuta a togliere la patina di ovvietà dalla vita. Il ritrovarsi di vecchi compagni di corso viene così sottratto alla banalità del rimpianto e della condivisione delle memorie e proiettato in un futuro nel quale “il niente che c’è adesso potrebbe essere qualcosa”. è un racconto che ci aiuta a condividere la prospettiva di un neo-nato, pensando che sia sempre possibile vedere le cose e le situazioni con occhi differenti.
3° Classificato ex aequo: Riccardo Giordana Pozzi, “Umorismo 2.0.31”
Il narratore di questo racconto ci porta “dentro” il concorso stesso. Abbattendo, con un dichiarato riferimento pirandelliano, la quarta parete i lettori si trovano coinvolti in una sorta di intervista che la voce narrante fa a G. e C: due i abitanti del quartiere nell’anno 2031. “Buongiorno C. e G., è il narratore che vi parla. Come penso sappiate questo anno il tema del concorso letterario un giorno in Bicocca è quello di raccogliere testimonianze, suggestioni e visioni di chi, come voi due, stanno vivendo tra dieci anni il quartiere”. Il dialogo tra le voci è serrato e di piacevole lettura. Ma il punto di forza del racconto è nel colpo di scena. C. e G. ci prima ci illudono raccontandoci un futuro in cui “Tutti i problemi che avevate con l’inquinamento ed il riscaldamento climatico ad esso associato sono stati completamente risolti”, ma dopo poche righe svelano l’ironia del racconto: stanno prendendo in giro la voce narrante. “Non è cambiato assolutamente nulla” le dicono con una vena di triste sarcasmo.
3° Classificato ex aequo: Anna Scateni, “La Bicocca è di tutti”
Poche righe per riempire di dettagli, espressività e colori il testo reso brioso e vivace dall'alternarsi di sequenze diverse, quelle dinamiche, che fanno procedere la narrazione nel tempo, quelle descrittive, che un po’ la rallentano, e le riflessive nelle quali il tempo sembra essere magicamente sospeso. Personale lo stile linguistico caratterizzato da una struttura snella, una costruzione sintattica adeguatamente elaborata, una forma corretta e la scelta di registri e di espressioni lessicali ricercati ed eleganti. Perfettamente adeguato alla traccia, il contenuto del racconto evoca in modo intenso l’ambientazione e l’atmosfera in cui si svolge l’azione, suscita emozioni e immaginazioni proiettando chi legge in un mondo futuristico, un mondo alternativo ma possibile rispetto a quello presente. è solo un sogno? Anche i sogni, però, se ci si crede veramente, possono diventare realtà.
I vincitori della categoria Senior
1° Classificato: Giancarlo Rizzo, “I nove nuclei”
L’ingresso in Università come rito di passaggio all’età adulta è uno dei temi portanti del discorso che incrocia la prospettiva distopica (con eleganti eredità da Orwell, Bradbury e altri) per dare vita a un racconto che amplifica i temi inquietanti della nostra epoca, primi tra tutti l’emergenza sanitaria e le procedure di selezione per l’accesso agli studi. Con una narrazione spezzata e tesa ma non frammentaria l’autore crea un’atmosfera di inquietudine quasi rassegnata che cambia totalmente tono nello spostamento finale delle prospettive.
2° Classificato: Giulia De Gaetano, “La Comunità del futuro”
Il racconto – che con leggerezza e brio si richiama ai topoi della fantascienza distopica – è costruito sul brillante duetto della coppia antitetica dei protagonisti: Carlo, timido e ligio studente del nuovo corso dell’università (e della società) del futuro e Giselle, fascinosa e ribelle sua compagna di studi. Dalle loro voci e dai parchi inserti del narratore si ricostruisce il “mondo nuovo” in cui vivono i due giovani: tutti uguali, niente denaro, niente emozioni. Un sistema di telecamere controlla i comportamenti togliendo punti a chi viola le regole (non si fuma, non si copia, non si dicono volgarità, non si pensa…). Ma nei sotterranei dell’università c’è chi resiste per studiare un’alternativa al sistema, in cui si possa tornare – fra le altre cose – a occuparsi della psicologia delle persone e non delle macchine. L'università riesce così a restare comunque un luogo per pensare e progettare diversamente.
3° Classificato: Gianbattista Selva, “Bicocca anno XI dC”
Un racconto scritto in prima persona, che trasporta il lettore in un mondo risvegliato dalla pandemia del Covid-19, più verde ma anche più cupo e controllato, dove su tutto vigila il “MERDA” il Ministero Europeo per la Resilienza e la Difesa dell’Ambiente.
Il ventunenne protagonista, un Nuovo Normale, torna in Università nell’anno XI dopo il Coronavirus e si ritrova immerso in un’originalissima dimensione spaziale e organizzativa del quartiere e della città. Il vecchio campus universitario, quasi completamente distrutto (quel che resta è confinato presso uno sportello bancomat) è sostituito da pannelli solari abbacinanti, pale eoliche rumorose e grandi spazi per l’agricoltura sinergica.
Lui è felice, felice di vivere in una città eco-gestita dalla guida Greta insieme all’“interrotta e impercettibile” IA-Intelligenza Artificiale.
L’autore rivela una grande capacità di coinvolgimento, in un flusso di immagini presenta la sua visione letteraria della riconversione ecologica e della trasformazione della società: identità e relazioni sociali, dove si iscrivono anche i suoi sogni e le sue speranze.
Impreziosiscono il racconto la scelta giusta e puntuale di parole e aggettivi, in un racconto “visivo” che conquisterà i lettori con preferenza particolare per il senso della vista.
Premio speciale del Festival GenerAzioni
Elisabetta Lazzarotto, “Green Speranza”
Il racconto interpreta pienamente lo spirito del Festival GenerAzioni immaginando un futuro in cui ambiente e società non siano due piani distinti (nella ricerca come nelle politiche) e in cui (usando le parole del testo) “Green” e “sociale” non possano essere separati. In questo scenario, si immagina che l’Università possa avere un ruolo centrale per il territorio e, più in generale, per tutte le istanze sociali, ambientali e politiche. Nel racconto si parla di partecipazione, giustizia e di sostenibilità: parole chiave del Festival. Una prosa asciutta e molto piacevole ci porta verso un finale di “speranza”: come nel titolo “speranza verde”.