HO MESSO VIA. La storia di mio nonno Venanzio

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Racconti e canzoni di vita e deportazione
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12 giugno_locandina

Giovedì 12 giugno alle 19.00 presso l’Auditorium Guido Martinotti (edificio Auditorium U12, via Vizzola 5, Milano) si terrà lo spettacolo “HO MESSO VIA. La storia di mio nonno Venanzio. Racconti e canzoni di vita e deportazione” di e con Fulvio Gibilllini.

Venanzio Gibillini è un ex prigioniero politico sopravvissuto ai Lager nazisti di Flossenbürg e Kottern, sottocampo di Dachau, durante la Seconda guerra mondiale.

È stato insignito dell’Ambrogino d’Oro nel 2017 per la sua attività di divulgazione con la conseguente motivazione: "Fin dal dopoguerra Gibillini ha intrapreso una insostituibile opera di testimonianza in particolare presso i giovani delle scuole milanesi e lombarde. Milano è grata a Venanzio Gibillini per il suo luminoso esempio di coraggio e per la infaticabile testimonianza dei valori ambrosiani di libertà, antifascismo e difesa della democrazia".

Dopo la sua morte avvenuta nel 2019 all’età di 94 anni, il nipote Fulvio Gibillini ha cercato di portare avanti il suo messaggio e l’ha trovato in questo spettacolo dove in otto episodi racconta la sua vita, alternando letture e canzoni scritte per l’occasione. Parte dalla Milano degli anni Trenta, passando per l’arresto, il viaggio verso l’ignoto, la vita nel Lager, fino ad arrivare alla liberazione e al ritorno a casa. Alla lettura di ogni episodio seguono un brano chitarra-voce che lo descrive e il ricordo tramite degli aneddoti dell’uomo oltre che del prigioniero.

Lo spettacolo è organizzato dall’Area Servizi Culturali e Documentali dell’Università di Milano-Bicocca in collaborazione con ANPI Sezione Niguarda - Milano e ANED (Associazione Nazionale Ex-Deportati nei campi nazisti).

La partecipazione è gratuita e aperta a tutta la cittadinanza, previa registrazione tramite form online.

La storia di Venanzio Gibillini

In età di militare dopo l’8 Settembre 1943, Venanzio Gibillini diventa renitente alla leva e di conseguenza disertore per non essersi ripresentato in caserma e non aver aderito alla neonata Repubblica Sociale Italiana. Viene arrestato a seguito di un atto di sabotaggio avvenuto presso il Deposito di Locomotive di Greco, luogo di resistenza, dove lavorava per non dover vivere in stato di clandestinità.

Detenuto prima al carcere di San Vittore – dove sconta, tra gli altri, ventidue giorni in cella di segregazione – viene in seguito mandato al campo di smistamento di Bolzano per poi affrontare il 5 Settembre 1944 il viaggio verso la Germania, trasporto 81, destinazione KZ Flossenbürg.

Grazie al superamento di un esame in cui viene sottoposto alla lettura di uno strumento meccanico, viene trasferito presso il Lager di Kottern, dove lavora forzatamente per una fabbrica che produce pezzi di alluminio per l’aeronautica militare tedesca.

Dopo un tentativo di fuga fallito, trova la libertà durante la marcia della morte, una lunga camminata verso i boschi che i prigionieri sono costretti ad affrontare negli ultimi giorni prima della liberazione.

A seguito di vent’anni di silenzio, nel 1965, torna a visitare il Lager di Dachau con un ex compagno di deportazione e inizia a scrivere ricordi e memorie di quanto ha tristemente vissuto.

Negli ultimi anni della sua vita, raccontare la sua storia ai giovani è stata per lui una missione che lo ha portato a parlare con migliaia di persone in tutta Italia, senza mai manifestare rabbia o desiderio di vendetta.

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Tipologia Ev