
Edificio U6 AGORÀ, Aula Magna (Piazza dell’Ateneo Nuovo 1, Milano) | Ore 10.30
Tavola rotonda con: Italo Birocchi (docente di Storia del diritto medievale e moderno, Università di Roma La Sapienza), Massimo Brutti (già docente di Diritto romano, Università di Roma La Sapienza), Giovanni Chiodi (docente di Storia del diritto, Università di Milano-Bicocca), Mauro Grondona (docente di Diritto civile, Università di Genova), Guido Melis (già docente di Storia dell’amministrazione pubblica, Università di Roma La Sapienza), Albertina Vittoria (docente di Storia contemporanea, Università di Sassari)
Modera: Giulio Vigevani (docente di Diritto costituzionale, Università di Milano-Bicocca)
Come si possono leggere gli anni Trenta del Novecento nell’ambito della politica giuridica del fascismo?
Quale fu l’apporto dei giuristi in quella fase della storia italiana?
Le riflessioni contenute nel volume La costruzione della ‘legalità’ fascista negli anni Trenta inducono a ritenere che l’Italia diventò “una sorta di cantiere aperto per modellare istituzioni, diritto e stili di vita della società industriale di massa secondo la visione politica mussoliniana”.
Il fenomeno investì tutti gli ambiti del diritto e si tradusse in un colossale processo di “giuridicizzazione” della politica del regime, in cui i giuristi, lungi dal porsi come comprimari, contribuirono, in modi e forme diverse, a modellare la nuova legalità fascista.
LIBRO PRESENTATO:
a cura di Italo Birocchi, Giovanni Chiodi, Mauro Grondona, La costruzione della ‘legalità’ fascista negli anni Trenta. Roma, RomaTre Press, 2020
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