Letture ad alta voce per bambini

“Letture boscose” è un ciclo di letture animate nato nel contesto del progetto “Leggo anch’io”, volto ad aprire la Biblioteca di Ateneo al territorio, e alle bambine e ai bambini del quartiere in particolare, mirando alla promozione della lettura e, più in generale, delle possibilità d’incontro con la cultura, anche scientifica, da parte dei bambini: un incontro che si dia nel segno del piacere, della meraviglia e dell’interazione dialogica.

Protagonisti degli incontri saranno Martino Negri, docente di Letteratura per l’infanzia e Didattica della letteratura presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, e Federica Gardella, maestra presso la scuola dell’infanzia Bambini Bicocca.

Le letture del ciclo, che si terranno una volta al mese al sabato mattina alle ore 10.30 presso la Sede Centrale della Biblioteca di Ateneo (Edificio Agorà U6, piazza dell’Ateneo Nuovo 1, Milano), offriranno ai partecipanti – adulti o bambini che siano – l’occasione di inoltrarsi tra le variopinte pagine degli albi illustrati scelti, ascoltando le voci di chi leggerà e narrerà le storie ed esplorando con attenzione lo spazio delle pagine, che saranno proiettate su un grande schermo in modo che tutti possano godere delle bellezza delle illustrazioni e contribuire in prima persona alla ricerca degli elementi utili a una piena comprensione delle storie: storie «boscose», semplici o complesse che siano, ma sempre visivamente stupende nella loro varietà, che invitano a perdersi nei meandri della finzione – proprio come nelle foreste della tradizione fiabesca – per ritornare alla realtà con nuove domande e con qualche consapevolezza in più.

Le letture animate sono rivolte a bambini/e della scuola dell’infanzia e primaria.

Per iscriverti all’evento usa l’app Affluences: cerca “Università Bicocca. Biblioteca di Ateneo – CuriosaMente”, clicca su Prenota, Leggo anch'io e su Prossima fascia oraria disponibile.

 

Murdo è uno yeti che sogna di vivere fuori dalle pagine di un libro, fuori dallo spazio immaginario delle leggende. E in effetti la sua voce allegra e poetica sembrerebbe dimostrarlo, agganciando il lettore nel segno della leggerezza e della profondità, del sorriso e della sorpresa.

Come indica il titolo, il libro raccoglie 56 brevi testi accompagnati da figure nitide e colorate che ne amplificano la forza: 56 sogni “impossibili” che invitano il lettore a esplorare il delicato e luminoso mondo interiore del protagonista. E anche, a volte, a porsi domande sui propri di sogni.

     A. Cousseau, E. Offredo, Murdo. Il libro dei sogni impossibili, L’ippocampo, 2021

 

Piccole storie di periferia trova il suo centro di gravità nell’idea di periferia come territorio di confine tra gli spazi urbani civilizzati, abitati dall’uomo, e il mondo naturale e selvaggio: uno spazio dove si possono fare scoperte e incontri meravigliosi, come avveniva nelle foreste della tradizione narrativa fiabesca.

E così nei quindici racconti illustrati – ciascuno con uno stile differente – di cui il libro si compone, Tan, che in periferia è nato e cresciuto, attinge ai suoi ricordi e li trasfigura in storie fantastiche, facendo del quotidiano un luogo di incanto e di improvvise rivelazioni e della periferia uno spazio simbolico di incontro tra il noto e l’ignoto, tra ciò che è familiare e ciò che non lo è, tra vicino e lontano, tra reale e immaginario.

S. Tan, Piccole storie di periferia, Tunué, 2019

S. Tan, Piccole storie dal centro, Tunué, 2020

 

La capra canta raccoglie poesie brevi e folgoranti che mettono in scena la vita dell’infanzia: intensa, intrisa di paure e desideri, di domande e di intuizioni, di allegrie e di tristezze.

Un’infanzia piena e a tutto tondo, complessa e fragile al tempo stesso, che Giusi Quarenghi ancora una volta dimostra di saper ascoltare con rispetto e sensibilità e alla quale dà voce e dignità di rappresentazione coi suoi versi: una rappresentazione che trova nei disegni cromaticamente esplosivi di Lucio Schiavon un controcanto ideale.

G. Quarenghi, L. Schiavon, La capra canta, Topipittori, 2021

 

I racconti di Klassen, che hanno per protagonisti animali (orsi, pesci, tartarughe, conigli, ma anche creature aliene), sono caratterizzati da un umorismo molto particolare, elegante e al tempo spiazzante, quando non – addirittura – un po’ crudele.

Sono racconti che invitano il lettore a guardare attentamente le figure, perché spesso la scintilla del divertimento scocca proprio nello scontro tra quanto dicono le parole e quanto suggeriscono le immagini, come avviene nella “Trilogia del cappello” ma anche nel più recente Il sasso dal cielo: e sono sempre segnali minimi – parole, colori, espressioni costruite con pochissimi segni – a nutrire l’esperienza del lettore, muovendolo al sorriso (anche quando per i protagonisti le cose non vanno affatto bene).

J. Klassen, Voglio il mio cappello, Zoolibri, 2012; J. Klassen, Questo non è il mio cappello, Zoolibri, 2013; J. Klassen, Toh! Un cappello!, Zoolibri, 2016; J. Klassen, Il sasso dal cielo, Zoolibri, 2022.

 

Un colto e curioso nobiluomo inglese, un rischioso viaggio in terre lontane e inesplorate, una scoperta eccezionale che pone gravi dilemmi al protagonista e al lettore, un finale commovente che spinge alla riflessione.

Questo singolare racconto di François Place, composto da brevi e calibratissimi testi in prosa e splendide tavole fitte di dettagli, è seducente e drammatico al tempo stesso, poetico e filosofico: è una festa per gli occhi del lettore ma anche un invito alla riflessione sul delicato e complesso rapporto tra conoscenza ed etica.

F. Place, Gli ultimi giganti, L’ippocampo, 2009

 

Quattro umani e due cani, sei esistenze che si intrecciano nel corso di un pomeriggio trascorso al parco: un pomeriggio apparentemente ordinario che rivelerà ai due bambini protagonisti, un po’ alla volta, tutta la sua straordinarietà.

Voci nel parco è un racconto polifonico dove l’intreccio delle diverse voci che narrano la medesima situazione narrativa – colta da quattro differenti punti di vista – svela la molteplicità delle prospettive dalle quali si può guardare e leggere il mondo e le persone che lo abitano.

È un racconto magistrale e musicale costruito sull’impeccabile equilibrio che Anthony Browne, uno dei maestri dell’albo illustrato contemporaneo, è stato capace di trovare tra parole e figure: un equilibrio che invita il lettore a scivolare nel mondo della finzione e godersela, instillando al contempo, nel suo cuore, molte domande sul funzionamento dei rapporti tra gli esseri umani e, in particolare, tra adulti e bambini.

A. Browne, Voci nel parco, Camelozampa, 2017

 

Chi non ama sentire una voce che racconta prima di addormentarsi? Quanto è bello scivolare nel sonno cullati dal canto della voce di qualcuno a cui si vuole bene?

Nell’albo di Kitty Crowther sono tre le storie che mamma orsa racconta al suo piccolo: tre storie piene di bellezza e d’avventura, di paura e di tenerezza, di incontri inattesi e felici tra personaggi misteriosi come la guardiana della notte o bizzarri come Bo. Le parole misurate e le immagini pastose e vibranti di vita sono una gioia per le orecchie e per gli occhi e danno ai mondi immaginari della Crowther una singolare credibilità: suggerendo al lettore che da qualche parte, sul nostro pianeta e su altri, i personaggi di cui si parla e i luoghi che abitano debbano esistere davvero.

K. Crowther, Storie della notte, Topipittori, 2017

 

Immaginate un futuro in cui l’uomo non esiste più. Immaginate un pianeta interamente ricoperto dall’acqua. Ecco, è questo il mondo che si incontra tra le pagine dell’albo Il sogno del Nautilus, scritto da David Almond – uno dei maggiori scrittori inglesi contemporanei per ragazzi – e illustrato da Dieter Wiesmller: un mondo dominato dall’azzurro in cui della civiltà umana non rimangono che rovine, monumenti ed edifici disabitati sommersi dall’acqua, e dove gli abitanti del mare – delfini e megattere, squali e meduse, pesci luna e anguille mostruose, tra gli altri – si raccontano storie sugli strani animali che abitavano quelle rovine domandandosi che fine abbiano fatto.

Il sogno del Nautilus è un libro bellissimo e terribile che narra la fine della storia e mette in guardia sul futuro del pianeta invitando il lettore ad assumere una prospettiva non umana, spingendolo a uscire dall’angusto antropocentrismo che troppo spesso ancora domina i nostri discorsi.

D. Almond, D. Wiesmuller, Il sogno del Nautilus, Orecchio Acerbo, 2017

 

A casa da sola mentre i genitori sono fuori a cena. A casa da sola, ma con un gatto pronto a trasformarsi in leone all’occorrenza, quando scoppia il temporale e la notte diventa minacciosa trasformando la casa in uno spazio sconosciuto e minaccioso.

La bambina è il gatto è un racconto magnificamente scritto, per la misura e il ritmo che l’autrice riesce a imporre al discorso, e inconsuetamente illustrato, e invita il lettore – grande o piccolo che sia – a vivere insieme alla protagonista l’esperienza della solitudine, con la paura che porta con sé e gli stratagemmi a cui spinge per vincerla, fino al sollievo che la scioglie definitivamente quando le ombre della notte sono finalmente messe in fuga dal ritorno dei genitori.

Ingrid Bachér, Susanne Berner Rotraut, La bambina e il gatto, Topipittori, 2017